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La violenza nasce come costruzione dell'io, ma non di un io colpevole, in quanto diviso dalle numerose contraddizioni che derivano dal mancare di speranza nella responsabile completezza. Almeno in parte, la violenza è quindi effetto di costruzione culturale, che chiude la libertà, e dà origine ad un meccanismo che la struttura e la perpetua, con obblighi incompresi che si devono abbandonare. La situazione conflittuale è difficile da sciogliersi ma allo stesso tempo contiene le vie stesse per trascenderla. Il cammino per le rinunce non porta avanti né indietro, ma verso l'interno, nella consapevolezza e la luce della necessità dell'amore.